Può sembrare una variabile secondaria ma, al contrario, è uno degli aspetti più importanti: la preparazione di una sala operativa per l’esecuzione di un intervento di chirurgia orale e le regole comportamentali da seguire sia per i pazienti che per i loro familiari.
In chirurgia orale come in qualsiasi altro ambiente chirurgico, importanza fondamentale ricopre la sterilità della strumentazione e la asetticità degli ambienti. A tale scopo l’accesso alla sala operativa è consentito al solo paziente e al personale dello studio. Agli eventuali accompagnatori è riservata la sala d’attesa, dove potranno comodamente trascorrere il tempo ed essere costantemente aggiornati sulle fasi dell’intervento stesso.
All’interno della sala operativa si fa larghissimo uso di materiali monouso dove possibile, a garanzia di sterilità e di semplicità di gestione. Paziente e operatori indossano camici monouso e tutte le superfici già disinfettate vengono ricoperte con teli sterili monouso. Tutta la strumentazione sia manuale che meccanica è sterile e imbustata fino all’effettivo utilizzo.
Pur mantenendo alta, poi, la concentrazione sul lavoro che si sta eseguendo, non manca mai un sorriso di rassicurazione da parte di operatori e assistenti per il paziente che, sveglio e collaborante, è protagonista a tutti gli effetti di quello che sta accadendo.
Tutti gli interventi di chirurgia orale vengono eseguiti in assoluta assenza di dolore, previa esecuzione di anestesia locale. L’anestesia avviene per infiltrazione e ha la durata di 1-2 h, assolutamente più estesa rispetto ai tempi chirurgici. Prima e dopo l’esecuzione dell’intervento vengono prescritti al paziente delle terapie farmacologiche e delle norme comportamentali da eseguire, al fine di ridurre le eventuali complicanze e trascorrere un postoperatorio tranquillo. Il rispetto di queste semplici modi di lavorare consentono al paziente di non avere alcun disagio né durante né dopo l’intervento, permettendogli un recupero immediato.
La disodontiasi del dente del giudizio rappresenta uno degli aspetti evolutivi che riguardano l’uomo moderno. Sempre più spesso infatti l’ultimo dente dell’arcata non trova spazio e nel tentativo di farselo può creare qualche fastidio. Sovente il paziente lamenta dolore e gonfiore nella zona di eruzione. Inoltre c’è il rischio di problemi cariosi o parodontali al dente adiacente. L’estrazione è risolutiva e, se seguite le istruzioni postoperatorie, la guarigione veloce e indolore..
Il canino, soprattutto nell’arcata superiore, rischia spesso per mancanza di spazio in arcata di non e romprere e di rimanere incastrato all’interno dell’osso tra le radici degli altri denti. Oggi la diagnosi precoce evita di arrivare a fasi tardive di intervento dove la chirurgia rappresenta l’unica soluzione. Quando tuttavia non si è effettuata una terapia precoce, dopo aver creato lo spazio con un apparecchiatura ortodontica si esegue un banale intervento al fine di agganciare l’elemento incluso e trazionarlo poi in arcata nei mesi successivi.
